L’Aula della Camera ha licenziato, in prima lettura, il disegno di legge di conversione del DL 73/2021 recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (3132/C – Relatori l’On. Massimo Bitonci del Gruppo Lega e l’On. Giuseppe Buompane del Gruppo M5S), con la votazione di fiducia sul testo approvato dalla Commissione Bilancio dopo il rinvio deliberato dall’Assemblea per accogliere le osservazioni della Ragioneria Generale dello Stato sulla copertura finanziaria di alcune norme.
In particolare, è stata recepita la proposta sul caro materiali, fortemente richiesta dall’ANCE che per prima ha lanciato “l’allarme” ed ha portato la tematica all’attenzione pubblica, dell’Europa, del Parlamento (si veda al riguardo la notizia dell’audizione in “Interventi” dell’1 giugno u.s.) e del Governo.
Al riguardo, vengono introdotte misure per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione avvenuti nel primo semestre dell’anno 2021 per i lavori in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore del provvedimento. In particolare, viene previsto:
· l’emanazione di un decreto del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili che rilevi entro il 31 ottobre 2021 le variazioni percentuali, in aumento o in diminuzione, superiori dell’otto per cento, relative al primo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi;
· la disciplina di dettaglio della procedura per la compensazione per i materiali da costruzione indicati dal decreto ministeriale, in aumento o in diminuzione, nei limiti previsti e in deroga al previgente Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 163/2006) e al vigente Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 50/2016), per le lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021;
· l’applicazione per le lavorazioni eseguite e contabilizzate negli anni precedenti l’anno 2021, dei decreti ministeriali che rilevano le variazioni percentuali annuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi;
· l’utilizzazione delle risorse nei limiti del 50 per cento appositamente accantonate per gli imprevisti per ogni intervento, le ulteriori somme a disposizione, le somme derivanti da ribassi d’asta, nonché le somme disponibili relative ad altri interventi ultimati di competenza della stazione appaltante, secondo determinate condizioni;
· l’istituzione nello stato di previsione del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili di uno specifico Fondo per l’adeguamento dei prezzi, con una dotazione di 100 milioni di euro, volto a soddisfare, in caso di insufficienza delle risorse previste dalle stazioni appaltanti, gli appaltatori che sono tenuti al rispetto delle norme del previgente e del vigente Codice dei contratti pubblici, ad esclusione dei concessionari di lavori pubblici;
· l’emanazione di un decreto del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili per stabilire le modalità di utilizzo del Fondo per l’adeguamento dei prezzi, garantendo la parità di accesso per la piccola, media e grande impresa di costruzione, nonché la proporzionalità, per gli aventi diritto, nell’assegnazione delle risorse.
(art. 1-septies)
Sulla tematica in Aula sono stati accolti, inoltre, alcuni ordini del giorno che impegnano il Governo, come auspicato da ANCE, a:
– “a valutare l’opportunità di prevedere quanto prima, idonee misure di compensazione al pari di quanto previsto per il settore dei lavori pubblici, volte a sostenere e tutelare anche il settore privato delle costruzioni dal forte rincaro del costo dei materiali e delle materie prime” ( n. 141 riformulato, Mazzetti-FI);
– “a valutare l’opportunità di adottare iniziative normative volte ad individuare meccanismi di revisione dei prezzi nel settore dell’edilizia privata, modellati su quelli individuati dall’articolo 1-septies del provvedimento in esame, anche al fine di consentire la prosecuzione degli interventi legati al Superbonus 110 per cento” ( n. 168 riformulato, Calabria-FI).
Il decreto legge che scade il 24 luglio p.v. passa, ora, alla seconda e definitiva lettura del Senato.
Soddisfazione per l’approvazione della norma che introduce un meccanismo di revisione prezzi e istituisce un Fondo per compensare i maxi aumenti delle materie prime che mettono a rischio migliaia di cantieri. Ora trovare rimedio analogo per i cantieri privati
“Con l’approvazione, ieri sera, della norma sul caro materiali possiamo tirare un sospiro di sollievo e scongiurare la chiusura di migliaia cantieri.” Commenta con soddisfazione il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, l’approvazione alla Camera della nuova formulazione del decreto Sostegni-bis che introduce un meccanismo di compensazione per le imprese, costrette a fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione e istituisce un fondo ad hoc. “Un risultato importante che abbiamo ottenuto grazie all’attenzione dimostrata da Governo e Parlamento alle nostre istanze nell’interesse della crescita e della ripresa dell’intera economia”, spiega Buia.
La misura scatterà a partire da rincari di oltre l’8% relativi al primo semestre dell’anno 2021, evitando così che un’impennata improvvisa dei costi dei materiali possa mettere in difficoltà la prosecuzione dei lavori pubblici.
Si tratta di un meccanismo di ristoro che mette l’Italia alla pari con gli altri Paesi Ue che già prevedono nel loro ordinamento misure di compensazione.
“Come Ance siamo stati i primi a segnalare alcuni mesi fa questo grave problema che sta mettendo a rischio la realizzazione di interventi infrastrutturali importanti per il futuro del nostro Paese”. “Ora però bisogna occuparci di tutti gli altri cantieri privati, compresi quelli della ricostruzione nelle zone terremotate” continua il Presidente dei costruttori che chiede “di trovare rapidamente un rimedio analogo anche per i cantieri privati, che rappresentano un elemento importante per la ripresa e per la riqualificazione delle città”.
“Il Paese non può rischiare uno stop sulla tabella di marcia del Pnrr – conclude Buia – e per farlo serve un lavoro di squadra tra imprese e istituzioni per non fallire l’obiettivo della ripartenza.”